Gli esperti dell’endodonzia a Napoli

Il Centro Odontoiatrico “Alisei” è altamente specializzato nei trattamenti di endodonzia a Napoli, nello specifico nel territorio di Castellammare di Stabia dove ha sede la struttura. Lo scopo dell’endodonzia, come indica la parola stessa, consiste nello studio e nella cura della cavità interna del dente, ovvero l’endodonto, costituito dalla componente cellulare, dai vasi sanguigni e dai nervi. L’insieme di queste tre parti organiche definiscono la polpa dentaria, nonché la parte pulpare insita nel cuore del dente.

Quando un dente è cariato i batteri possono raggiungere la polpa e causare un’infiammazione più o meno grave: nei casi peggiori, l’infiammazione può andare oltre l’endodonto e raggiungere l’osso, causando granulomi e ascessi. L’intervento dello specialista, dunque, consiste nell’attuazione di una terapia endodontica canalare o “devitalizzante”, con la quale rimuovere il tessuto necrotico al fine di disinfettare e sigillare la zona infetta.

Quando ricorrere all’endodonzia

Talvolta il paziente può accorgersi di eventuali infiammazioni o infezioni in seguito al verificarsi di sintomi come:

  • Dolore;
  • Gonfiore;
  • Sensibilità al caldo e al freddo;
  • Dolore alla masticazione;
  • Dolore alla palpazione della zona, anche all’esterno della faccia.

Altre volte, invece, il paziente potrebbe non accusare alcun sintomo o fastidio ed è per questo che si consiglia di eseguire un controllo dall’Odontoiatra di fiducia a cadenza regolare.

Ad ogni modo, in seguito a traumi o a patologie di vario tipo, i tessuti interni del dente potrebbero ammalarsi. Se trascurata, la malattia potrebbe comportare la sua perdita, ma se trattata con giusti interventi, il paziente non dovrà subire alcuna estrazione. Pertanto, in seguito all’infiammazione della polpa dentaria (pulpite), lo specialista può intervenire con tre possibili interventi endodontici: multicanalare, bicanalare e monocanalare. Il trattamento endodontico monocanalare interessa quegli elementi dentali che hanno una sola radice, come nel caso dei denti anteriori; d’altra parte, i trattamenti endodontici bicanalari e multicanalari interessano quei denti dotati di più radici per le quali è possibile che ci siano più canali.

Cos’è l’endodonzia monocanalare e quando è necessario a questo tipo di cura? Scopriamolo insieme!

La cura endodontica canalare: l’endodonzia monocanale

Al di là del termine tecnico, la cura endodontica viene comunemente definita “devitalizzazione” e viene eseguito a partire da un’anestesia locale. È, infatti, necessario assopire la parte interessata non per ragioni legate alla complessità dell’operazione ma perché, a causa di infiammazioni o infezioni, il paziente potrebbe avvertire una sensibilità superiore alla norma. Dunque, poiché ritenuta un’operazione di routine, il tipo di anestesia effettuata è locale.

Come è stato precedentemente affermato, l’endodonzia monocanalare riguarda gli elementi dentali costituiti da una sola radice alla quale, nella maggior parte dei casi, si collega un solo canale: è il caso dei denti anteriori, degli incisivi centrali, degli incisivi laterali e dei canini. È bene tenere a mente che, in seguito all’intervento di uno specialista, il dente potrebbe perdere la propria resistenza strutturale, innanzitutto a causa del fattore patologico primario. Per queste ragioni, è fondamentale che ogni fase della devitalizzazione venga eseguita con estrema cura, affinché il dente sia ricostruito al meglio e non possa essere soggetto a ulteriori fratture future.

Dopo aver sottoposto il paziente ad anestesia locale, è opportuno isolare il campo operatorio mediante il posizionamento della diga di gomma, con lo scopo di intervenire con precisione e sicurezza. Tuttavia, la vera fase operativa inizia immediatamente dopo, quando si procede con l’apertura della camera pulpare creando un accesso, verso la polpa, a partire dalla parte superficiale del dente (definita “corona”). A questo punto viene eseguito un vero e proprio intervento di endodonzia monocanalare, individuando con strumenti di ingrandimento i canali radicolari infetti.

Si procede, dunque, con:

  • L’asportazione della polpa canalare insieme ai batteri e alle sostanze infette;
  • La detersione della zona per renderla asettica;
  • L’otturazione dei canali radicolari;
  • La sigillazione provvisoria.

Solamente in un secondo momento, la terapia canalare potrà essere ritenuta conclusa con la ricostruzione del dente.

L’intervento apicale: l’endodonzia chirurgica

La chirurgia endodontica è eseguita quando non è possibile trattare un dente mediante la cura canalare: è un tipo di intervento più complesso rispetto a quello precedentemente decritto, ma ugualmente di routine. A differenza della cura endodontica canalare, con l’endodonzia chirurgica si parte da una piccola incisione a livello gengivale, in corrispondenza del dente interessato, affinché la radice sottostante venga scoperta e venga asportato il suo apice. Per concludere l’intervento di apicectomia, inoltre, è necessario rimuovere tutto il tessuto infiammato e sigillare la parte residua.

Benché possa sembrare un trattamento invasivo, è possibile affermare che nella maggior parte dei casi questo intervento di endodonzia conservativa si conclude in una sola seduta ambulatoriale, la cui durata può variare a seconda dei casi.

La totale conservazione dell’elemento dentale è il vero scopo di un Ortodontista esperto, poiché rappresenta per il paziente un indubbio vantaggio dal punto di vista biologico. È per questo che, a distanza di almeno sei mesi dal trattamento, il dente può godere di uno stato di salute paragonabile agli altri denti dell’arcata.

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